TEST IMERSION:

PINNE IN CARBONIO FREEDIVING SPIRIT

 

 

Finalmente abbiamo avuto la possibilità di testare le famose Freediving Spirit, delle pinne in carbonio tra le più conosciute in Francia. Nate nel 2008 ad opera della nota ditta Imersion, sono il frutto della preziosa collaborazione del pluricampione Stephane Mifsud.

 

Si tratta di pale montate su classiche scarpette Imersion che  per chi non le conoscesse sono note per la loro estrema morbidezza e per avere un profilo a “pianta larga” molto comodo per molti pescatori. Avvolgono il piede in maniera eccellente e i longheroni, anch’essi molto flessibili, svolgono un ruolo decisivo durante la pinneggiata. Tuttavia il limite di queste scarpette è rappresentato dalla necessità di ricorrere alla colla o al silicone per il fissaggio delle pale poiché non sono provviste di alcun sistema di ritenzione di queste ultime come ad esempio i fori superiori per le viti o il foro sotto il tallone come quello delle OMER.

 

Inoltre la scanalatura all’interno dei longheroni non ha un profilo a T ma un semplice taglio perpendicolare, quindi qualsiasi pala provvista di un dentino sul bordo non entrerebbe. Questo giustifica quindi il fatto che la Imersion venda queste pinne già assemblate con le pale incollate nelle scarpette. La combinazione di questi due elementi limita certamente l’utilizzatore nell’intercambiabilità delle pale, ma perché cambiare qualcosa che funziona perfettamente? Vediamo nel dettaglio i numeri di queste meraviglie.

 

Le pale sono fornite in un’unica soluzione di durezza e sono larghe 21cm. La lunghezza complessiva delle pinne (comprese le scarpette quindi) è di 97cm e dall’estremità frontale della scarpetta fino alla punta della pala misurano 67cm offrendo quindi all’acqua una superficie molto ampia. La punta ha una forma trapezoidale orientata verso l’esterno che garantisce un incremento di spinta ma che può creare delle perplessità quando si pesca a stretto contatto delle rocce. Proprio a scopo di protezione, gli ultimi 30cm dei bordi delle pale sono ricoperti da una sottile guaina di gomma. Caratterizzata infine da un’accentuata angolazione, come si vede in foto, queste pinne sono di serie fornite con una comoda sacca in neoprene con chiusura in velcro.

 

 

Sinceramente l’estrema morbidezza di pale e scarpette faceva presagire una debole spinta e persino nei primi metri in acqua la sensazione di leggerezza ha ingannato anche i più esperti che difatti hanno dovuto infine ricredersi non potendo fare a meno di notare la facilità con la quale si erano spostati. Queste pinne si adattano bene a tutti i tipi di pesca anche se sono studiate e danno il meglio nelle discese più profonde.

A breve sarà possibile testarle gratuitamente in piscina a Bari.

 

 

 

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